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leggiti e capiti cu è u veru borgomastru

Ultimo Aggiornamento: 11/12/2008 21:01
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veru borgomastru
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11/12/2008 21:01

Borgomastro


Il termine, utilizzato soprattutto in area germanofona (ted. Bürgermeister), designava il primo magistrato di una città e colui che presiedeva il Consiglio cittadino. Nelle regioni francofone vicine, si utilizzava il calco bourgmestre o maître-bourgeois. La carica di borgomastro, legata alla formazione del sistema consiliare nei centri urbani del basso e tardo ME (Consigli ), comparve dapprima (a partire dalla terza e quarta decade del XIII sec.) nelle città episcopali renane, per poi diffondersi anche nelle città sviz. (a Basilea nel 1253) e nella Germania meridionale. Rappresentante dei cittadini, il borgomastro fu in un primo periodo subordinato all'autorità del rappresentante signorile (Scoltetto ,Maior ,Ammann ), nominato dal signore cittadino; il rappresentante signorile presiedeva il Consiglio, il tribunale di bassa giustizia e talvolta anche quello di alta giustizia. Con il rafforzarsi del com. urbano e la perdita di potere del signore cittadino, primo magistrato della città divenne in certe località il borgomastro (per esempio a Basilea), in altre lo scoltetto (Berna, Burgdorf, Friburgo, Lucerna). In alcuni centri il borgomastro fungeva da luogotenente dello scoltetto (per esempio a Friburgo fino al XVI sec.), da capo della polizia (a Friburgo e Soletta) o da responsabile delle finanze (a Burgdorf), mentre a Bienne divenne rappresentante dell'amministratore vescovile (1542); a Losanna il bourgmestre assunse la guida della città nel 1529. Nella Svizzera settentrionale e orientale la carica di borgomastro si impose grazie al regime corporativo: a Zurigo con la Rivoluzione di Brun (1336), a Basilea (carta di franchigia del 1337), San Gallo (1354), Sciaffusa (1411), Stein am Rhein (1458) e Coira (carta di franchigia del 1464), quando furono vinte le resistenze del vescovo. Un borgomastro locale è attestato anche per i villaggi dell'odierno cant. Turgovia il cui signore fondiario era l'abbazia di Reichenau.

L'ambito di competenza del borgomastro variava da città a città. Come pres. del Consiglio egli dirigeva le sedute, avanzava proposte per il dibattito e, raccolti i vari pareri, provvedeva alle delibere; oltre a guidare e amministrare la città, la rappresentava verso l'esterno e, se la città era sovrana, rappresentava quindi anche lo Stato. Talvolta spettava a lui fare applicare le ordinanze municipali di polizia e gli statuti com., infliggere pene pecuniarie per reati minori, sorvegliare l'esecuzione dei verdetti giudiziari, controllare il mercato e il commercio; compiti simili aveva il Syndic a Ginevra. Il borgomastro assumeva la carica secondo modalità che variavano per località e per periodo: a Zurigo era eletto dalle corporazioni (ma dal Gran Consiglio a partire dal 1713), a Basilea era nominato dal vescovo (ma dai due Consigli a partire dal 1521), a Sciaffusa dal Gran Consiglio (dal 1411), a Bienne dal Piccolo Consiglio (XV sec.), a San Gallo dai cittadini (dal 1354). Diverse città avevano più borgomastri, con competenze diverse. Nel XIV e XV sec. si affermò il principio della rotazione annuale o semestrale, con alternanza in carica di due (a Zurigo, Basilea, Boudry, Coira, Sciaffusa) e tre (a San Gallo) borgomastri. Il borgomastro in carica (primo borgomastro) era detto anche "borgomastro in funzione", " nuovo" o " reggente"; il secondo "borgomastro vecchio" o "a riposo"; a San Gallo il terzo borgomastro ricopriva la carica di balivo imperiale. I mandati, piuttosto brevi (per esempio a San Gallo o Losanna), divennero prolungabili a vita grazie alla prassi della rielezione; dal tardo ME, perciò, tendenze oligarchiche e semplici elezioni di conferma fecero sì che in varie città si formassero autentiche dinastie di borgomastri. Soppressa durante l'Elvetica e ripristinata in via provvisoria nel 1803, a partire dalla metà del XIX sec. la carica di borgomastro fu sostituita definitivamente da quella di pres. del governo cant. o di Sindaco com.


Bibliografia
-K. Messmer, P. Hoppe, Luzerner Patriziat, 1976, 1-28 (intr. di H. C. Peyer)
-Peyer, Verfassung
-HRG, 4, 156-166


Autore: Anne-Marie Dubler / vfe
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